venerdì 10 marzo 2023

NOVAK DJOKOVIC-LA FORZA DI UN SIMBOLO


Di Cosimo Massaro 

Con l'esclusione del campione del tennis, continua la persecuzione dei non vaccinati!

Ci sono anime spiritualmente elevate che spesso fungono da  esempio per tante altre, perché con le loro azioni e con la loro coerenza,    riescono  a dare molto fastidio ai progetti messi in atto dal sistema.  Potrei fare tanti esempi di uomini e donne, di tutta la  storia, anche recente che,    con il loro operato,  sono  riusciti a contrapporsi al potere di turno  senza piegarsi  alle loro imposizioni.   Oggi però è il momento di parlare e di  riconoscere il formidabile  esempio che ci viene dato dal campione del tennis mondiale, Novak Djokovic. 

Con il suo comportamento è riuscito e riesce tuttora  a mettere  in crisi  tutto il sistema globalista luciferino tanto che sono stati  costretti,  ancora una volta, a doverlo combattere sul piano “vaccinale” con la “pandemenza” praticamente  finita. Il tennista numero uno al mondo è stato nuovamente escluso dai  tornei internazionali perché non  vaccinato contro il Covid-19.  Assurdo!

Le prossime sfide che si terranno negli USA, dove l'obbligo vaccinale per entrare nel Paese rimane in vigore fino a maggio, ha consentito alle autorità di estrometterlo  dall’Open Master 1000 di Indian Wells e sicuramente anche dall’Open della Florida, che si disputerà invece fra due settimane.

Le autorità non hanno nemmeno voluto prendere  in nessuna considerazione, ad esempio, la possibilità di farlo entrare nel Paese   facendogli fare  un semplice tampone.

Il campione ormai è al di sopra di tutti gli altri tennisti che si sono “sierati”. Non mi stupirei affatto se a breve, le organizzazioni tennistiche, saranno costrette a fare tornei su due livelli, come le para olimpiadi, dove da una parte ci saranno i “sierati” e dall'altra parte i non  “sierati” considerati  gli innumerevoli problemi fisici, come miocarditi, infarti e morti improvvise che si stanno manifestando tra gli atleti “sierati”  di tutto il mondo.

Novak Djokovic è diventato ormai un simbolo per tutti coloro che non hanno creduto e seguito la propaganda imposta dal sistema sulla questione pandemica. L'usurocrazia bancaria globalista non può permettersi che un personaggio del genere possa incassare notevoli somme di denaro da loro elargite, per  le sue vittorie ai tornei senza essersi venduto e  piegato alla loro narrazione. 

Ricordo che Novak Djokovic,  da buon cristiano ortodosso,  non si è mai  lasciato ammaliare dal “dio mammona” cioè da quel dio del denaro, avendolo messo sempre in secondo piano rispetto all'amore  verso la sua passione sportiva che è anche il suo lavoro, cioè il tennis. Non ha mai nascosto la sua fede e la sua convinzione religiosa  mettendola  sempre al primo posto rispetto ad altro. Nel 2011,   quando ricevette dal Patriarca serbo il primo grado dell’ordine di San Saba (cioè la più alta onorificenza della Chiesa ortodossa serba), per aver contribuito finanziariamente al restauro di edifici religiosi nel suo Paese d’origine affermò quanto segue: “È il titolo più importante della mia vita, perché prima di essere uno sportivo sono un cristiano ortodosso”.     

Se a tutto questo ricordiamo  che il campione del tennis ha anche  la “pecca” (per i globalsiti) di essere serbo è un ulteriore motivo in più per il quale  deve essere continuamente osteggiato e combattuto, dato che   la Serbia è notoriamente  filorussa. 

L'importanza dell'esempio è fondamentale in questi tempi bui dove abbiamo bisogno anche di simboli positivi che si oppongono alla forza bruta del potere che si sta manifestando con tutta la sua cattiveria e malvagità.

Adesso bisognerebbe chiedersi se  un campione del suo calibro, che ha  il coraggio di esibire un forte simbolo religioso e spirituale della cristianità ortodossa come quello di Gesù Cristo messo in croce, non debba essere soprattutto combattuto per tale motivo, visto che questa élite globalista e luciferina è  fondamentalmente promotrice anche della chiesa di satana (fondata nel 1966 a San Francisco, California, USA).


“Dio è il simbolo dei simboli”

                                           (Carl Gustav Jung) 

 

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