martedì 14 giugno 2022

I BANCHIERI ORDINANO E I CAMERIERI ESEGUONO

 

Come al solito il copione rimane sempre lo stesso, mi viene quasi la nausea a doverne parlare sempre, sembra un disco rotto che ripete sempre lo sesso passaggio. Si avvicinano le elezioni e come da copione, appunto, ci ritroviamo nuovamente gli avvertimenti della banca d’affari statunitense Goldman Sachs che “grazie” ad un suo studio sulla sostenibilità dei debiti pubblici dei Paesi del Sud d'Europa, ammonisce soprattutto l'Italia con questa affermazione: “un cambiamento dell’attuale coalizione di governo finirà probabilmente per aumentare l’incertezza sulla realizzazione del Recovery Fund, sul suo impatto, sulla crescita e, conseguentemente, sul suo contributo alla sostenibilità del debito”.

Sono delle vere e proprie minacce, nemmeno tanto velate. In pratica stanno dicendo, fate attenzione perché se ci dovesse essere un cambiamento dell'attuale coalizione di governo potrebbe andare in crisi la sostenibilità del debito pubblico. Quindi ci dovremo nuovamente preparare allo spauracchio dello spread azionato a comando per schiacciare i Paesi in balìa dei mercati, perché non possono esercitare la propria Sovranità Monetaria, grazie alla complicità di una classe dirigente, criminale e asservita all'usurocrazia.

In pratica, con questo questo messaggio, rivolto soprattutto a Draghi, il “bancario” ancora “dipendente” della Goldman Sachs, gli stanno facendo capire che deve rimanere ancora al suo posto per non mettere in pericolo il progetto del “Grande Reset” che si azionerà ulteriormente attraverso la realizzazione del Recovery Fund.

In questo ulteriore passaggio del test di Goldman Sachs che interessa Italia, Spagna e Grecia nelle elezioni che nel 2023 affermano che ci sono forti rischi: “Implicito in queste consultazioni è il rischio di discontinuità politica, che è particolarmente rilevante nell’Europa Meridionale in quanto la regione è il principale recettore del Recovery Fund...enfasi su investimenti e riforme richiede un forte grado di continuità politica nel tempo”.

Quindi per scongiurare questi ipotetici rischi bisognerebbe mantenere un forte grado di continuità politica. In pratica tutto deve rimanere così com'è!

In Italia, secondo il loro studio, il pericolo di discontinuità potrebbe arrivare da Fratelli d'Italia e Lega e qui devo dire che sfociano nel ridicolo. Ormai tutto l'arco parlamentare, salvo alcune eccezioni, è totalmente compromesso. Il vero pericolo potrebbe solo arrivare da tutta quella comunità che in questi anni di “pandemenza” ha mostrato tutto il suo dissenso attraverso le piazze e la vera informazione, passata anche grazie ai canali divulgativi liberi.

Ricordo che già JP Morgan, la più importante banca d'affari del mondo insieme a Goldman Sachs, esplicitava praticamente che le nostre costituzioni erano troppo democratiche tanto da riportare in un loro documento quanto segue:

*“I sistemi politici della periferia meridionale (dell'Europa) sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell'esperienza. Le Costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo. Questi sistemi politici e costituzionali del sud presentano tipicamente le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo; e la licenza di protestare se vengono proposte sgradite modifiche dello status quo. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle Costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia)”

I processi democratici sono una pura chimera se non si capisce che tutto viene gestito da chi ha il potere di emettere moneta. Chi comanda veramente sono i banchieri usurocrati che grazie al dio denaro, riescono a collocare uomini chiave, all'apice di ogni piramide del potere che gestisce e coordina la società attraverso le loro strutture piramidali. Lo aveva già capito uno dei più gradi poeti del 900 Ezra Pound tanche che ebbe a dire:

Discutere dei governi delle così dette democrazie: Inghilterra, Francia, Stati Uniti, è una semplice perdita di tempo, sino a che non si distingue tra teoria e fatto. Questi tre paesi sono controllati dagli usurai, sono usurocrazie o daneistocrazie, ed è perfettamente inutile di parlarne come se fossero controllati e governati dai loro popoli o dai delegati che rappresentano i loro popoli, o nell'interesse dei loro popoli.”


Chi non s'intende di economia non capisce affatto la storia.” (Ezra Pound)


Amiamo,sogniamo, lavoriamo e costruiamo tutti insieme quel mondo migliore che tutti noi desideriamo vedere davanti ai nostri occhi.



 

                                                                                        Cosimo Massaro


*https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/06/21/jp-morgan-shock-basta-costituzioni-antifasciste.html

1 commento:

  1. Il bandolo della matassa è sempre lì, nell’ emissione monetaria e dello strapotere che essa attribuisce a chi gode della facoltà di emettere moneta: le banche centrali e quelle commerciali.

    Le modalità con le quali le prime e le seconde si avvalgono di quel privilegio sono diverse, ma gli effetti sono uguali, posto che sia le une che le altre emettono il denaro dal nulla e lo prestano.

    Una truffa che aveva ben capito Ezra Pound; ma prima ancora di lui, come ricorda anche il compianto prof. Giacinto Auriti, lo aveva rilevato niente meno che Karl Marx nel primo libro de “Il Capitale”, salvo poi fermarsi alla semplice constatazione del fatto, senza trarne le dovute conseguenze.

    E come Karl Marx si sono comportati anche non pochi politici nostrani contemporanei.

    Basti ricordare alcuni economisti ( peraltro di estrazione keynesiana) che hanno speso fiumi di parole e scritto libri di centinaia di pagine circa l’opportunità di uscire dall’ euro (massima espressione della truffa), salvo dimenticarsene una volta conquistato uno scranno in Parlamento.

    Oppure, qualche movimento stellato ( niente a che vedere con le ben più nobili stelle degli chef), ufficialmente avverso alla moneta unica, ma che già poco prima delle precedenti consultazioni elettorali del 2018 si è precipitato a Londra per rassicurare i mercati. Come dire: “state tranquilli tanto l’ euro non si tocca”. Ed infatti l’ euro è ancora vivo, anche se continua lasciare dietro di sé una lunga e crescente schiera di cadaveri.

    L’ appropriazione della sovranità monetaria rimane condizione non sufficiente ma necessaria per dare un senso all’ attività politica, alla democrazia, alla libertà ed alla dignità dei popoli.

    Dovremo ricordarcene in occasione delle prossime elezioni politiche ( se e quando ci saranno), cercando di capire chi è sinceramente dalla parte della sovranità monetaria nazionale, senza se e senza ma.


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