venerdì 8 novembre 2019

Pagare il debito pubblico con altro debito è impossibile


PAGARE UN DEBITO CON UN ALTRO DEBITO È IMPOSSIBILE 
Come può uno Stato  voler pagare il proprio  debito pubblico, se continua a finanziarsi sempre con  nuovo debito? Pagare  un debito con un altro debito è impossibile, soprattutto quando questo debito è in mano alla speculazione finanziaria estera, il cosiddetto "dio mercato". 
Per tale motivo non ne usciremo più. Abbiamo un cappio al collo che  stringe  sempre più la nostra  gola, perché 
 l'usuraio apolide non vuole che il debito sia pagato.
 In 30 anni abbiamo pagato più di 3000mila miliardi di interessi passivi  sul debito pubblico, quando  l'attuale debito  che abbiamo, al momento, supera i 2400 miliardi di euro.
Abbiamo versato nelle casse dei banchieri, quasi mille miliardi in più rispetto al debito che abbiamo e che  continua a salire inesorabilmente.

Questo documento evidenzia che continuiamo a indebitarci anche in valuta estera, cioè in dollari, a tassi di interesse spropositati rispetto alla media solo per far fare lauti guadagni alle solite banche specializzate nell'acquisto di titoli del debito italiani.

SVEGLIA, QUALCUNO CONTINUA A FREGARCI.


Cosimo Massaro

2 commenti:

  1. Ed oltre alla truffa c'è anche la beffa. Il rendimento dei BTP in USD a 10 anni è pari al 3,05% laddove l' analogo Titolo di Stato espresso in Euro ha un rendimento dello 0,97% . Quindi, il titolo in USD costa circa il 2% in più di quello emesso in Euro. La motivazione sarebbe legata al mercato dei cambi che giustificherebbe rendimenti più elevati in funzione di previsioni (scommesse) sfavorevoli al dollaro rispetto all'euro. Se l' investitore prevede (scommette) che il dollaro si deprezzerá rispetto all' euro, richiede un rendimento maggiore; che l' emettitore del titolo ( Stato italiano) è disposto a pagare prevedendo (scommettendo) che l' euro si apprezzerà rispetto al dollaro.
    Il Sole24ore si è affrettato a scrivere che tale rischio di cambio , tuttavia, sarebbe coperto da un “cross currency swap" (cioè da un derivato) e che, pertanto “ .... non si tratta di masochismo. Tutt'altro: si tratta solo di un effetto ottico. Nella realtà il Tesoro ha subito trasformato in euro il bond emesso in dollari attraverso un contratto derivato, e - dopo quell'operazione - il costo per le casse pubbliche italiane si è sostanzialmente allineato a quello di un normale BTP in euro….”.
    Tralasciando , solo per esigenze di sintesi , questioni non chiare circa il reale contenuto del “derivato" (copre capitale+interessi o solo uno dei due?),ma , è mai possibile che uno Stato, invece di emettere in proprio la moneta necessaria per sostenere la spesa pubblica, debba prima mettersi a scommettere per acquistare quella moneta (emettere BTP in valuta), e poi a cercare la soluzione per compensare gli eventuali danni connessi a quella scommessa (stipula contratto swap)? Soluzione, peraltro, non indolore perché i contratti derivati sono soggetti al pagamento di commissioni.
    Ed allora, credo che l‘ esortazione di Cosimo debba essere raccolta senza riserve, perché questo letargo dura quanto meno dal 1694 (anno di fondazione della Banca d’ Inghilterra) e per svegliarsi non è mai troppo tardi.

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